Questa guida sull'utilizzo del vetro nelle porte blindate ha proprio l'obiettivo di mostrarvi un modo per realizzare il vostro desiderio di sicurezza, mantenendo elegante e luminoso l’ingresso della vostra casa.
Vetro e resistenza: le apparenze ingannano!
Il vetro è noto per essere un materiale fragile e delicato. Com’è quindi possibile utilizzarlo per la realizzazione di porte antieffrazione? La risposta è semplice: il vetro che troviamo nelle porte blindate di Torino non è un vetro qualunque ma è un vetro speciale in grado di ostacolare, a diversi livelli di resistenza, urti portati ripetutamente e intenzionalmente allo scopo di superarlo per motivi criminali e dunque, dotato di diverse caratteristiche.
Il vetro antieffrazione viene fabbricato e prodotto secondo la normativa UNI EN 356, che fornisce i criteri di sicurezza minimi da seguire per le applicazioni vetrarie. Può essere di diverso tipo, a seconda della lavorazione e del modo in cui si rompe. Vediamo insieme le versioni più comuni!
Il vetro stratificato
È composto da una doppia lastra estera, ciascuna di 5,5 millimetri, e un secondo vetro accoppiato da 3 millimetri. Tra le due lastre è interposto un film in materiale sintetico, tipicamente il polivinilbutirrale, che garantisce, in caso di rottura, l’aderenza dei frantumi evitando che vengano dispersi e causino danni. Inoltre, tra le lastre, viene spesso lasciata un’intercapedine affinché la porta possa garantire un ottimo isolamento termoacustico
Il vetro monolitico temprato
Detto anche float, presenta uno spessore di 10 millimetri ed è fabbricato in modo che, in caso di rottura, si sbricioli in piccoli frammenti inoffensivi in quanto non taglienti. Durante la sua realizzazione, il vetro viene sottoposto, mediante un soffio d’aria, ad un raffreddamento assai rapido, causandone un aumento di resistenza.