La proposta prevede che ciascun paese individui il 15% del parco immobiliare più inquinante (appartenente quindi alla classe G) e che ne migliori l’efficienza energetica. Per la completa riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare dei 27 Paesi membri dell’Unione, sono stati fissati alcuni obiettivi intermedi: il raggiungimento della classe energetica E entro il 2030 e di quella D entro il 2033.
Sono esclusi dagli interventi:
- gli edifici dei centri storici e quelli vincolati dai beni culturali;
- gli immobili in cui i lavori di riqualificazione energetica potrebbero far diminuire il valore architettonico;
- i fabbricati indipendenti con una superficie fino a 50 mq;
- gli edifici agricoli non residenziali e i siti industriali;
La proposta è stata approvata il 9 febbraio dalla commissione Industria del Parlamento europeo con 49 voti favorevoli, 18 contrari e 6 astenuti, ma non è ancora definitiva: deve ancora passare all’esame della plenaria, calendarizzata nel mese di marzo, per poi passare al vaglio del Parlamento, della Commissione e del Consiglio europeo. Il testo è quindi ancora aperto a modifiche.
Inoltre, trattandosi di una direttiva e non di un regolamento, questa dovrà essere trasposta nel diritto nazionale. L’intero processo sarà guidato dai singoli stati, e verrà poi approvato dalla Commissione. Le tempistiche e gli obiettivi verranno quindi definiti dalle singole nazioni e dipenderanno dallo stato degli edifici, dalla disponibilità di materiali e di lavoratori.